Scegliamo l'Indipendenza per gestire le nostre Interdipendenze

mercoledì 14 settembre 2011

L'indipendentismo, i Partiti, Il Futuro!

In questi ultimi mesi si discute, si prova a immaginare un qualcosa di diverso per la nostra terra: sovranità, autogoverno, nuova autonomia, indipendenza concordata etc etc.
La stessa evoluzione appare nell'ambito delle organizzazioni che tali processi di trasformazione sociale sono chiamati a immaginarli e progettarli: i Partiti.
Un certo modello di indipendentismo nell'ultimo decennio ha dato dimostrazione di saper dare soluzioni possibili per il futuro di questa terra, ha dato dimostrazione di saper studiare, immaginare e progettare un nuovo futuro per la Nostra comunità.
Inutile dirlo, di indipendentisti a parole ce ne sono un milione, ma al momento della scelta, al momento in cui si decide a chi affidare il proprio futuro, ogni scusa è buona per non dare fiducia a chi "della salvaguardia e del futuro della propria terra" ne ha fatto a volte, la ragione della sua vita.
Oggi sembra che questa tendenza stia cambiando, forse a causa della crisi economica o dell'incapacità dell'attuale giunta regionale, i sardi non hanno più timore di fronte alla parola Indipendenza, non esiste ancora una forte coscienza nazionale, ma col tempo arriverà anche quella.
Questa tendenza dei Sardi, ha fatto sì che si liberassero nuove energie sul campo politico, nuove idee, nuovi sistemi per affrontare i problemi e costruire soluzioni.
Si studiano nuovi modelli organizzativi, nuove strutture, partiti federati, partiti leggeri etc etc.
Per capirci bene, per partito s'intende un'associazione tra persone accomunate da una medesima finalità politica ovvero da una comune visione su questioni fondamentali della gestione dello Stato e della società o anche solo su temi specifici e particolari. L'attività del partito politico si esplica nello spazio della vita pubblica e, nelle attuali democrazie rappresentative, ha per "ambito prevalente" quello elettorale.
Così come le altre realtà politiche in Sardegna, anche l'indipendentismo ha bisogno di rinnovarsi, di evolversi. Perché come gli ultimi 5 anni ci insegnano, per essere ascoltato e prendere fiducia l'indipendentismo deve sempre essere un passo avanti agli altri; questo è stato anche uno dei soliti problemi che l'indipendentismo ha dovuto affrontare, la conquista di credibilità e la paura di perdere quella acquisita.

Come e cosa fare???
Regole, confronto, fiducia, partecipazione.
Un organizzazione politica che punti a governare, che guardi al futuro più che al passato, deve dotarsi di poche ma precise regole, che siano forma e sostanza sempre, non alla bisogna.
Regole condivise e interiorizzate da tutti.
Altra nodo importante è il confronto, confronto inteso come dialettica politica, interna ed esterna, ovvero capacità di accettare opinioni differenti all'interno del partito e all'esterno, un confronto che se necessario porti a una conta con maggioranze serie e rispettose e minoranze propositive.
Un confronto politico più o meno aspro in cui si condividono i principi politici di fondo non potrà che creare giovamento a tutta l'organizzazione, e se esteriorizzate aiuteranno  a catalizzare verso  l'organizzazione  nuove forze e nuove energie.
Il difetto di tanti partiti politici, e alcune scelte di governo lo dimostrano, è il non aver fiducia nei propri militanti, nei propri elettori, nei propri concittadini, che non sono altro che coloro i quali sanciscono il successo o meno dell'organizzazione.
La fiducia nel prossimo è sempre stata poco diffusa in noi sardi, potremmo raccontare mille storie sul tema, ma è su di lui che dobbiamo costruire il nostro avvenire, un nuovo futuro per la Nostra Terra.
Fiducia che deve essere reciproca, almeno fino a quando non si rompe il patto sulla stessa, tra elettore, militante e leader.
Altro pilastro fondamentale è la partecipazione, partecipazione in modo individuale o collettivo, più o meno organizzato, partecipazione propositiva e positiva con le intenzioni di influenzare quelle che saranno le scelte future dell'organizzazione.
Il conflitto (o conflict che direbbero gli inglesi) è il sale delle organizzazioni, perché è attraverso la risoluzione degli stessi che si giunge alle soluzioni migliori.
La partecipazione al confronto, al conflict, deve essere ricercata in tutti i modi.
I vari soggetti in modo più o meno organizzato tenteranno attraverso le loro capacità di influenzare l'esito finale del processo decisionale, esito finale che comunque avrà subito l'influenza di tutti i soggetti partecipanti, che faranno proprio qualsiasi esito ,perché essi hanno contribuito al processo.
Prendendo spunto dalle parole di Weber, "I partiti sono mediatori tra lo Stato e i cittadini. I partiti svolgono infatti la funzione di controllo dei governati sui governanti: poiché infatti i candidati si presentano all’interno di liste di partito, è più facilmente punibile un’eventuale rottura del patto di fiducia tra il candidato eletto e gli elettori che lo hanno votato", si può dire che il futuro dell'indipendentismo non può essere altro che un partito plurale al suo interno capace di accettare e condividere le scelte strategiche con la base elettorale a cui si rivolge e che intende conquistare.

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