Scegliamo l'Indipendenza per gestire le nostre Interdipendenze

mercoledì 19 gennaio 2011

Quale futuro per gli Studenti Sardi

La così detta riforma Gelmini, da tanti pubblicizzata e acclamata come la riforma del secolo, è stata approvata il mese scorso dal parlamento italiano . Non entro nel merito del resto della riforma ma mi concentro in quello che più di tutti dovrebbe farci riflettere almeno un po’: il Diritto allo Studio.
Con la nuova riforma oltre a venir bloccato il turnover del personale, gli scatti stipendiali, far eleggere il rettore dai soli prof ordinari ( Non tutti i prof Ordinari sono baroni, ma tutti i Baroni sono Ordinari), eliminare le facoltà, far entrare i privati(in Sardegna saranno politici trombati), sbattere la porta in faccia a una miriade di ricercatori, riduce del 90% il fondo dedicato alle borse di studio introducendo il prestito d'onore per studiare.

A Cagliari studiano circa 35.000 studenti, 18.000 dei quali sono fuori sede.
Questi ultimi spendono per vivere in città circa 5.500/6.000 euro all'anno, per locazione (irregolare ovviamente),  consumi, hobby, didattica, tasse etc.
Negli ultimi anni le iscrizioni all'università hanno subito una costante flessione, flessione che messa su un grafico segue l'andamento, sempre in flessione, del Pil procapite; chiunque si aspetterebbe un impegno maggiore da parte degli amministratori a livello di strutture e di risorse affinché le possibilità di accedere a forme di studio superiori non vengano a mancare solo per questioni economiche.
Invece guardando attentamente i dati sui finanziamenti al diritto allo studio ci accorgiamo che le borse di studio sono ormai 10 anni che non variano il loro importo (mentre tutti i prezzi del mercato sono in costante aumento), non varia nemmeno lo stanziamento generale per la totalità delle borse, nell'ultimo quinquennio siamo sempre sui 10 milioni.  Ricordiamoci poi che siamo praticamente dieci anni senza vedere un investimento di lungo periodo, e sono ormai una ventina che si parla di campus ( ex sem, tuvixeddu, urbano etc)., e il numero dei posti alloggio a disposizione decresce progressivamente da anni, molti dei quali in condizioni precarie. Sicuramente qualcosa di parallelo qualcuno ha provato a farlo, ipotesi di campus, borse di Merito etc, ma nei fatti le cose sono cambiate  poco.
Lo scenario che ci aspetta, se non invertiamo la tendenza, è una forte diminuzione  delle possibilità di studio e formazione per i giovani meno fortunati dal punto di vista economico, una forte ondata migratoria verso gli altri stati Europei da parte di chi può permetterselo per studiare, in definitiva potremmo dire che il futuro che aspetta i giovani Sardi, se non è nero è quanto meno grigio scuro.
Cosa Potremmo fare?
Se sfruttassimo quel poco di Sovranità che abbiamo sul nostro territorio, per prima cosa avremmo bypassato la riforma Gelmini istituendo il Sistema di Istruzione Nazionale Sardo (sfruttando l'articolo 5 dello Statuto), e secondariamente portando avanti una seria battaglia (sfruttando l'art. 9)  sulla vertenza entrate così da recuperare i fondi maltolti e investirli veramente in sviluppo economico e sociale, ricerca, innovazione e diritto allo Studio.

Cominciamo a progettare assieme il nostro futuro, adesso!

sabato 15 gennaio 2011

L'università, gli studenti, il diritto allo Studio!

Che cos'è l'Università? Per quale Università ci battiamo tutti i giorni? cos'è il diritto allo studio? chi sono gli studenti?
Domande che sicuramente nell'ultimo periodo in tanti si sono fatti, proviamo quindi a dargli una risposta.

L'Università è il sinonimo di conoscenza, sapere, cultura, ricerca, libertà, uguaglianza, aggregazione, integrazione, crescita e sviluppo.
Un' Università libera, laica, autonoma,  meritevole e accessibile a tutti, un'Università dove tutta la conoscenza viene valorizzata, diffusa senza nessuna distinzione, un'Università specchio e volano di una società libera, inclusiva, moderna, prospera,  giusta e solidale.
Un'Università dove la prova d'esame sia solo il logico punto di arrivo di un corso formativo; un'Università dove seguire le lezioni sia un piacere a cui non si può rinunciare, e non un obbligo. Un'Università dove lo studente è una persona a cui si ha il piacere di trasmettere le proprie conoscenze e le proprie passioni, e non un mero prodotto finale di un processo di produzione da inserire in un mercato.
Un Università dove le scuole superiori siano considerate come degli interlocutori per migliorare il percorso educativo, culturale, formativo dello studente e non dei fornitori di materie prime.

Un'Università e una società che considerino lo studente come una risorsa umana, sociale ed economica  su cui puntare e investire, e non un semplice numero di matricola o un pollo da spennare.
Lo studente deve rappresentare la speranza di un futuro migliore, il simbolo dell'uguaglianza, dell'indipendenza, dell'inclusività, è il simbolo di una società giusta.

Il Diritto allo studio non è altro che lo strumento d'incontro tra l'Università e lo studente. Il diritto allo studio di tutti, dal più ricco/a al più povero/a, dal più abile al meno abile, è un diritto fondamentale, innegabile e non contrattabile; è lo strumento che permette di pareggiare le diseguaglianze economiche e sociali, è lo strumento che garantisce a tutti pari dignità e possibilità, il primo strumento per fondare una società sul merito.
Senza Diritto allo Studio non ci sono studenti, non c'è università, non c'è presente, non si costruisce il futuro, e ci si dimenticherà il passato!

giovedì 13 gennaio 2011

Con i Ricercatori,con l'Università, per un nuovo Futuro in Sardegna!

"I rettori di Cagliari e Sassari fanno appelli a mezzo stampa al senso di responsabilità dei ricercatori affinché, recedendo dalla protesta, garantiscano il diritto allo studio dei giovani universitari sardi. Come se il nocciolo della questione fossero loro. Come se accettando, per un altro anno ancora, di tenere gratuitamente i corsi, l’università sarda diventasse per magia un’università, moderna, europea, giovane e meritocratica.
Il punto vero però è che un’istituzione come l’Università non può basarsi sul volontariato e la mera buona volontà di chi per anni ha fatto di più, molto di più, di quello che avrebbe dovuto, tirando la “carretta” gratuitamente nella speranza almeno di un riconoscimento ex-post della sua attività." V. Pelligra

Io credo che sia molto più opportuno valutare la situazione dell'università Sarda nel suo complesso:
- Chiedersi perchè la media europea di spesa per ogni studente è pari a 9000 euro mentre in Sardegna/italia è pari a 6900 euro?
- Chiedersi come mai in Italia esiste un Università ogni 300.000 abitanti e perchè in Sardegna ce ne sono solo due?
- Chiedersi perchè la dotazione infrastrutturale Scolastica fatta 100 la media Italiana, il dato Sardo nel 2001 era pari a 57,02 e al 2007 sia addirittura sceso a 53,43?
- Chiedersi perchè in Sardegna abbiamo ogni 1000 abitanti(25-64 anni) abbiamo 55 laureati mentre la media Europea è pari a 116?

E' certamente vero che l'attuale sistema universitaro ha tanti difetti e che vada riorganizzato e riformato, ma è altrettanto vero (cosi mi hanno insegnato i miei docenti di Economia) che non esiste riorganizzazione e ristrutturazione senza investimenti e senza rinnovamento!
Che senso può avere una riforma che riduce i fondi e blocca il turnover?

Mi chiedo come mai i due Rettori non facciano presente questo agli assessori competenti?
Mi chiedo perchè portino avanti una politica di assecondazione al volere di un paio di ministri?
Mi chiedo perchè portino avanti minacce in modo più o meno velato nei confronti di chi sogna ancora un futuro migliore per questa terra?
Mi chiedo perchè si confonda la difesa dell'Istituzione con la difesa della carica Istituzionale?

Io credo che i giovani debbano essere considerati una risorsa e non un nemico da minacciare. Hanno studiato per anni e anni, sono andati all’estero a formarsi, sono ritornati in Sardegna spesso per amore di questa terra senza badare al calcolo costi-benefici, spesso hanno curriculum migliori degli ordinari che oggi li minacciano.

Abbiamo i Mezzi, abbiamo gli Strumenti, e se vogliamo abbiamo anche le Risorse, unico assente negli ultimi 50 anni è la classe politica in grado mettere tutto a sistema...

La crisi della scuola in Sardegna si risolve in un solo modo: Sistema di Istruzione Nazionale Sardo. Cominciamo a progettare assieme il nostro futuro, adesso!

Scritto a fine settembre 2010...a distanza di 4 mesi in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico non è ancora cambiato nulla!

mercoledì 5 gennaio 2011

Una Data Storica!

Non so ancora se sarà una data storica per la Sardegna, ma di sicuro il 2 gennaio 2011 lo è per me e per tutti quelli che erano presenti all'assemblea di Santa Cristina.  Un'assemblea che ho avuto l'onore di coordinare con Silvio Orrù, persona quasi sconosciuta ma con cui sin da subito si è sviluppata un intesa quasi perfetta, come due amici che si conoscono da una vita.  
Un assemblea che sin dall'apertura dei lavori trasmetteva passione, entusiasmo, partecipazione, voglia di fare, voglia di non fermarsi nonostante la tempesta appena passata.

Una data storica, perché finalmente sono uscite dal guscio tante persone, perché finalmente tutti hanno potuto dire la propria, e non sempre i soliti noti.  Otto ore di dibattito, a volte acceso, preoccupato, ma mai banale.  Una data in cui la maggioranza degli attivisti e sostenitori di iRS decide che questo percorso è finito, si cambia casa, si lascia la facciata ma si spostano le mura!
Una data storica, la data di svolta, la data in cui, come detto da qualcuno, la crisalide si trasforma in farfalla!
Grazie a Tutti!!!!  
Pro sa Repubrica, pro sa Soberania de sos Sardos…