La così detta riforma Gelmini, da tanti pubblicizzata e acclamata come la riforma del secolo, è stata approvata il mese scorso dal parlamento italiano . Non entro nel merito del resto della riforma ma mi concentro in quello che più di tutti dovrebbe farci riflettere almeno un po’: il Diritto allo Studio.
Con la nuova riforma oltre a venir bloccato il turnover del personale, gli scatti stipendiali, far eleggere il rettore dai soli prof ordinari ( Non tutti i prof Ordinari sono baroni, ma tutti i Baroni sono Ordinari), eliminare le facoltà, far entrare i privati(in Sardegna saranno politici trombati), sbattere la porta in faccia a una miriade di ricercatori, riduce del 90% il fondo dedicato alle borse di studio introducendo il prestito d'onore per studiare.
A Cagliari studiano circa 35.000 studenti, 18.000 dei quali sono fuori sede.
Questi ultimi spendono per vivere in città circa 5.500/6.000 euro all'anno, per locazione (irregolare ovviamente), consumi, hobby, didattica, tasse etc.
Negli ultimi anni le iscrizioni all'università hanno subito una costante flessione, flessione che messa su un grafico segue l'andamento, sempre in flessione, del Pil procapite; chiunque si aspetterebbe un impegno maggiore da parte degli amministratori a livello di strutture e di risorse affinché le possibilità di accedere a forme di studio superiori non vengano a mancare solo per questioni economiche.
Invece guardando attentamente i dati sui finanziamenti al diritto allo studio ci accorgiamo che le borse di studio sono ormai 10 anni che non variano il loro importo (mentre tutti i prezzi del mercato sono in costante aumento), non varia nemmeno lo stanziamento generale per la totalità delle borse, nell'ultimo quinquennio siamo sempre sui 10 milioni. Ricordiamoci poi che siamo praticamente dieci anni senza vedere un investimento di lungo periodo, e sono ormai una ventina che si parla di campus ( ex sem, tuvixeddu, urbano etc)., e il numero dei posti alloggio a disposizione decresce progressivamente da anni, molti dei quali in condizioni precarie. Sicuramente qualcosa di parallelo qualcuno ha provato a farlo, ipotesi di campus, borse di Merito etc, ma nei fatti le cose sono cambiate poco.
Lo scenario che ci aspetta, se non invertiamo la tendenza, è una forte diminuzione delle possibilità di studio e formazione per i giovani meno fortunati dal punto di vista economico, una forte ondata migratoria verso gli altri stati Europei da parte di chi può permetterselo per studiare, in definitiva potremmo dire che il futuro che aspetta i giovani Sardi, se non è nero è quanto meno grigio scuro.
Cosa Potremmo fare?
Se sfruttassimo quel poco di Sovranità che abbiamo sul nostro territorio, per prima cosa avremmo bypassato la riforma Gelmini istituendo il Sistema di Istruzione Nazionale Sardo (sfruttando l'articolo 5 dello Statuto), e secondariamente portando avanti una seria battaglia (sfruttando l'art. 9) sulla vertenza entrate così da recuperare i fondi maltolti e investirli veramente in sviluppo economico e sociale, ricerca, innovazione e diritto allo Studio.
Cominciamo a progettare assieme il nostro futuro, adesso!
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