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mercoledì 27 giugno 2012

L'ennesimo conflitto d'interessi - per un Università della Sardegna


E' notizia di oggi che il consiglio di stato (italiano) ha accolto il ricorso presentato dall'UDU (unione degli Universitari) rinviando alla Consulta la decisione su uno degli argomenti più controversi degli ultimi anni in ambito universitario: il metodo utilizzato per stilare le graduatorie di accesso ai corsi di laurea a numero programmato (medicina, odontoiatria, veterinaria, architettura e professioni sanitarie).
Attualmente ,per quasi tutti i corsi, viene proposta la stessa identica prova preselettiva in tutti gli atenei, successivamente ogni singolo ateneo stila la propria graduatoria finale, ovvero ogni studente "gareggia" solo ed esclusivamente nella sede in cui effettua l test.
Nel caso in cui anche la consulta accetti il ricorso presentato dall'UDU si passerebbe ad un'unica graduatoria nazionale (italiana), dove tutti concorrono con tutti.
Al primo sguardo sembra la soluzione più meritocratica che esista, ma non lo è.
Non lo è perché da diversi anni, anzi da sempre, lo stato (italiano) in Sardegna per l'istruzione ha sempre investito meno che altrove; i dati dell'Istituto Tagliacarne ci dicono che elaborando l'indice infrastrutturale relativo all'istruzione, fatta cento la media Italiana, il dato Sardo era pari al 57% nel 2001,  al 53% nel 2007 e al 57% nel 2009.
Non lo è perché se analizziamo in modo approfondito il bilancio degli Atenei Sardi ci accorgeremo che la quota dei finanziamenti da parte della RAS sono notevolmente aumentati negli ultimi anni a causa dei continui tagli portati avanti dal ministero sul FFO, in particolare i finanziamenti ministeriali non coprono nemmeno le spese per gli stipendi.
Di tutto questo ne vediamo gli effetti ogni anno ai primi di settembre quando si tengono i test: i sardi abitualmente totalizzano uno dei punteggi medi più bassi tra i vari atenei, dimostrandosi solo successivamente eccellenti universitari.
Detto in poche parole, Noi ci mettiamo le Risorse, perché lo stato (Italiano) continua in modo progressivo a tagliare gli investimenti in Sardegna , sia economiche che umane, ma ad usufruirne saranno quasi sicuramente studenti provenienti dall'Italia.
Mi chiedo perché noi Sardi dovremmo accettare un ingiustizia come questa, considerato che ci stiamo mettendo le risorse umane ed economiche.
Abbiamo il dovere di tutelare il futuro Nostro e delle future generazioni di studenti che nel caso venga accettato il ricorso dell'UDU verrebbe cancellato.
Abbiamo il dovere e la possibilità di farlo in quanto lo statuto della RAS all’art. 5 prevede che la Regione ha facoltà di adattare alle sue particolari esigenze le disposizioni delle leggi della Repubblica, emanando norme di integrazione ed attuazione, sulle seguenti materie: a) istruzione di ogni ordine e grado, ordinamento degli studi”.
E' tempo di cambiare, è tempo di progettare un Sistema di Istruzione Nazionale Sardo. Cominciamo a progettare assieme il nostro futuro, adesso!

Da Sardegna quotidiano del 26/06/2012

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