E' notizia di oggi che il consiglio di stato (italiano) ha accolto il
ricorso presentato dall'UDU (unione degli Universitari) rinviando alla Consulta
la decisione su uno degli argomenti più controversi degli ultimi anni in ambito
universitario: il metodo utilizzato per stilare le graduatorie di accesso ai
corsi di laurea a numero programmato (medicina, odontoiatria, veterinaria,
architettura e professioni sanitarie).
Attualmente ,per quasi tutti i corsi, viene proposta la stessa identica
prova preselettiva in tutti gli atenei, successivamente ogni singolo ateneo
stila la propria graduatoria finale, ovvero ogni studente "gareggia"
solo ed esclusivamente nella sede in cui effettua l test.
Nel caso in cui anche la consulta accetti il ricorso presentato dall'UDU
si passerebbe ad un'unica graduatoria nazionale (italiana), dove tutti
concorrono con tutti.
Al primo sguardo sembra la soluzione più meritocratica che esista, ma non
lo è.
Non lo è perché da diversi anni, anzi da sempre, lo stato (italiano) in
Sardegna per l'istruzione ha sempre investito meno che altrove; i dati
dell'Istituto Tagliacarne ci dicono che elaborando l'indice infrastrutturale
relativo all'istruzione, fatta cento la media Italiana, il dato Sardo era pari
al 57% nel 2001, al 53% nel 2007 e al
57% nel 2009.
Non lo è perché se analizziamo in modo approfondito il bilancio degli
Atenei Sardi ci accorgeremo che la quota dei finanziamenti da parte della RAS
sono notevolmente aumentati negli ultimi anni a causa dei continui tagli
portati avanti dal ministero sul FFO, in particolare i finanziamenti
ministeriali non coprono nemmeno le spese per gli stipendi.
Di tutto questo ne vediamo gli effetti ogni anno ai primi di settembre
quando si tengono i test: i sardi abitualmente totalizzano uno dei punteggi
medi più bassi tra i vari atenei, dimostrandosi solo successivamente eccellenti
universitari.
Detto in poche parole, Noi ci mettiamo le Risorse, perché lo stato
(Italiano) continua in modo progressivo a tagliare gli investimenti in Sardegna
, sia economiche che umane, ma ad usufruirne saranno quasi sicuramente studenti
provenienti dall'Italia.
Mi chiedo perché noi Sardi dovremmo accettare un ingiustizia come questa,
considerato che ci stiamo mettendo le risorse umane ed economiche.
Abbiamo il dovere di tutelare il futuro Nostro e delle future generazioni
di studenti che nel caso venga accettato il ricorso dell'UDU verrebbe
cancellato.
Abbiamo il
dovere e la possibilità di farlo in quanto lo statuto della RAS all’art. 5
prevede che “la
Regione ha facoltà di adattare alle sue particolari esigenze le disposizioni
delle leggi della Repubblica, emanando norme di integrazione ed attuazione,
sulle seguenti materie: a) istruzione di ogni ordine e grado, ordinamento degli
studi”.
E' tempo di cambiare, è tempo di progettare un Sistema di
Istruzione Nazionale Sardo. Cominciamo a progettare assieme il nostro futuro,
adesso!
Da Sardegna quotidiano del 26/06/2012